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Il Consiglio federale ha pubblicato ieri il suo parere sulla controproposta indiretta della CSEC-N all'iniziativa popolare «Per una limitazione dei fuochi d'artificio». L'Unione svizzera delle arti e mestieri usam condivide la valutazione del Consiglio federale: sia l'iniziativa popolare che la controproposta indiretta vanno troppo oltre e mettono a repentaglio le tradizioni svizzere e l'economia con una burocrazia inutile.

27.11.2025 10:30:00

L'USAM accoglie con favore l'intenzione del Consiglio federale di rafforzare i margini di manovra cantonali e di rinunciare a una regolamentazione eccessiva. «I fuochi d'artificio sono parte integrante della nostra cultura festiva. Le normative cantonali esistenti sono sufficienti per prevenire gli abusi: ulteriori restrizioni a livello federale sarebbero sproporzionate», afferma Urs Furrer, direttore dell'Unione svizzera delle arti e mestieri. L'associazione sostiene la posizione del Consiglio federale secondo cui le autorità locali sanno meglio come gestire i fuochi d'artificio, sia a Capodanno, il 1° agosto o in occasione di eventi regionali.

Soluzioni locali anziché divieti centralizzati

L'usam respinge sia i divieti generalizzati dell'iniziativa popolare sia gli ulteriori obblighi di autorizzazione previsti dalla controproposta indiretta. «Non abbiamo bisogno di nuovi ostacoli per le PMI e i privati, ma di maggiore fiducia nella responsabilità individuale e nelle collaudate normative cantonali», afferma Furrer. L'usam si impegna a favore di soluzioni praticabili che concilino sicurezza e tradizione.

Richieste dell'usam: pragmatismo anziché burocrazia

Per l'USAM è importante un approccio equilibrato. Le autorità locali devono mantenere la responsabilità, poiché conoscono meglio le zone problematiche e possono intervenire in modo mirato, ad esempio in caso di siccità o in prossimità di ospedali e allevamenti. Le campagne di sensibilizzazione sui rischi per la sicurezza e l'ambiente devono essere concepite in modo pratico, ad esempio tramite bollettini comunali, social media o manifesti. Anziché divieti generici, dovrebbero essere sanzionati solo gli usi pericolosi o imprudenti. La ricetta collaudata per farlo: mantenere il senso della misura.

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Fabio Regazzi
Fabio Regazzi

Presidente, Consiglio agli Stati Il Centro/TI