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L'Unione svizzera delle arti e mestieri (usam) respinge con decisione le pretese degli autori dell'iniziativa sulla responsabilità delle imprese presentata oggi. L'iniziativa è una frode terminologica. Non solo comporta un aumento della burocrazia per le grandi imprese, ma anche per le nostre PMI.

27.05.2025 11:00:00

Mentre l'UE discute l'abolizione della direttiva sugli obblighi di diligenza e rendicontazione delle imprese in materia di diritti umani e ambiente, in Svizzera si profila un inasprimento della regolamentazione.

La seconda edizione dell'iniziativa sulla responsabilità delle imprese presentata oggi graverebbe anche sulle PMI. Questo perché le grandi aziende trasferiscono ad esempio gli obblighi di rendicontazione e di documentazione anche ai loro fornitori PMI. L'onere che ne deriva è molto più elevato in una PMI rispetto alle risorse disponibili rispetto a una grande impresa. Per questo motivo, i promotori dell'iniziativa chiedono alla Confederazione «misure a sostegno delle imprese soggette agli obblighi e a tutela e sostegno delle imprese che potrebbero essere indirettamente interessate dagli (...) obblighi». Gli iniziatori accettano quindi consapevolmente i danni collaterali alle PMI. Per alleviare tali danni, chiedono una sorta di «Stato-balia», ovvero una tutela per le PMI che vengono schiacciate dalle nuove norme.

L'usam respinge chiaramente l'iniziativa. «Le PMI hanno bisogno di sgravi fiscali e non di nuovi oneri burocratici», afferma il direttore dell'usam Urs Furrer. L'iniziativa deve essere sottoposta a votazione rapidamente e senza controproposta. E il Consiglio federale dovrebbe abbandonare definitivamente i suoi piani di estendere l'obbligo di rendicontazione delle imprese. Questi piani comporterebbero costi aggiuntivi annuali per le medie imprese pari a oltre 600 milioni di franchi. Si tratta di denaro che poi mancherebbe loro, ad esempio, per lo sviluppo di nuovi prodotti, l'apertura di nuovi mercati o la formazione e l'aggiornamento professionale del proprio personale.

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Fabio Regazzi
Fabio Regazzi

Presidente, Consiglio agli Stati Il Centro/TI